venerdì 15 ottobre 2010

17 Gijon - Avilès

Km 25 Tempo: 7 ore compreso le soste
    Difficoltà: Media
16 agosto 2010

La tranquillità dell'appartamento ci ha permesso di dormire fino alle ore 7, stamattina non mi sento molto in forma, ho un senso di nausea, speriamo di non avere preso il virus da Ale, dopo una buona colazione e le varie medicazioni ai piedi alle ore 8,30 siamo sul lungomare a riprendere il cammino, superato Playa de Ponente ci stacchiamo dal lungomare per dirigerci verso l'interno, dobbiamo seguire le vie con la guida perché non ci sono i segni a indicarci il cammino. La giornata è calda, usciti dal centro storico finalmente troviamo le frecce gialle, superiamo la zona industriale, attraversiamo il ponte sulla ferrovia, la strada  è in salita ci allontaniamo dalla zona industriale. "Mi sa che Alessandro mi ha contagiato", la nausea continua ad aumentare e mi sento molto debole. Finalmente la salita si attenua, superiamo boschi di eucalipto e pascoli, fino ad arrivare a Santa Eulalia. Entriamo nella valle, ai nostri lati solo colline, proseguiamo sempre dritti, io sono uno straccio faccio fatica  a camminare, sicuramente ho la febbre, non riesco neanche a ragionare, prendo una pastiglia di paracetamolo. I ragazzi camminano sempre avanti a me, non si sono ancora accorti del mio stato di salute,  non riesco raggiungerli ho le gambe che non si muovono. Non seguo più la strada, ripongo la guida nello zaino, cerco di concentrarmi mentalmente sul ricordo del cammino francese percorso l'anno prima e seguo le frecce gialle ad ogni bivio e incrocio.
Arrivo a una bruttissima zona industriale, spero disperatamente di trovare un bar per bere un the caldo con limone per vedere se passa un po' la nausea, nonostante sia una giornata molto calda io ho freddo, cammino con il pile e non riesco a scaldarmi. Arrivo a San Pelayo i ragazzi finalmente sono fermi a un bar, mi stanno aspettando, mi fanno segno “ma dov'eri finita?” ma quando vedono il mio viso capiscono subito che sto male, sono bianca come un fantasma. Telefono a casa a Gianni “ chiedi a tuo fratello medico cosa posso prendere per stare un po' meglio” dopo varie telefonate mi dicono cosa cercare in farmacia a Avilès. Ci fermiamo per un'ora a riposare, devo riprendermi, per arrivare in città ci mancano circa 5 km. Alle ore 14,15 arriviamo al' albergue io sono distrutta, sono tutta sudata ma batto i denti, vado a letto vestita come sono, mi infilo dentro al sacco a pelo e Ale ci mette sopra una coperta, continuo a battere i denti. Dopo aver fatto la doccia Alessandro va in cerca della farmacia, mi porta le medicine, le prendo, dopo pochi minuti iniziano a fare effetto, mi passa il freddo e mi addormento. Mi sveglio verso le 6 di sera, la febbre e scesa, mi alzo, vado a farmi una doccia, mi sento meglio, mi rimane la nausea e sono debole, mi lavo la roba sudata e mi siedo fuori dal rifugio ad aspettare i ragazzi che sono andati in centro città. Alle ore 20 usciamo per andare a cena, cerco disperatamente un piatto di riso in bianco, ma alla fine mi portano un riso così unto che non riesco neanche a mangiarne un cucchiaio, decido di bere una coca cola e rientro all'albergue a dormire. I ragazzi si fermano per cenare. Sono le ore 21 e sono a letto, oggi abbiamo fatto 25 km.








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